In Campania prende vita Mani di Napoli, la prima associazione che riunisce i maestri artigiani della filiera moda partenopea. L’obiettivo dell’associazione è valorizzare le realtà made in Napoli, che si differenziano per la tradizione e l’eccellenza dei loro prodotti, e diffondere le tecniche della scuola napoletana in ogni settore dell’abbigliamento. Mani di Napoli, ha spiegato a MFF il presidente Giancarlo Maresca, «si propone un obiettivo ideale, uno culturale e uno materiale».
Il primo consiste nel ricollocare Napoli nella sua posizione naturale di capitale dello stile. Il secondo è nella tutela, approfondimento e trasmissione di quel sapere tradizionale che rende così affascinanti i diversi mestieri. «Particolare rilievo avrà la formazione, per la quale prevediamo innovativi corsi ad hoc», ha detto Maresca, aggiungendo: «In una seconda fase prevediamo di costituire una fondazione autonoma che curi un Istituto di studi artigiani cui sia collegato un museo». Il terzo scopo, infine, è rendere i soci più competitivi attraverso la gestione delle risorse. Una domanda collettiva, ha proseguito il presidente dell’associazione, non solo renderà disponibili beni e servizi a prezzi esclusivi, ma essendo particolarmente qualificata saprà anche stimolarne qualità e carattere nell’interesse di tutti.
Ad oggi, le aziende rappresentate sono circa 20. Tra queste, Avino, Sartoria Sabino, Camiceria Anna Matuozzo, Ugo Cilento 1780, Barbarulo, Sartoria Dalcuore, Sartoria Solito, Camiceria Alberto Nolano, Camiceria Trama. E, ancora, Calzature su misura Paolo Scafora, Sartoria Cuomo, Guantificio Omega, Cravattificio Calabrese, Sartoria Carfora, Sartoria Formosa, Sartoria Gianni Volpe, Camiceria Luca Avitabile, Cerrato Marco Pantaloni, Corrado tailoring trousers, Sartoria Cavaliere e Camiceria Lombardi.
«Possono iscriversi tra le Mani di Napoli persone o società della Città Metropolitana di Napoli o zone limitrofe che producano in proprio capi o accessori di abbigliamento in cui intervengano fasi artigianali», ha chiarito Maresca. Sono anche ammessi «in quota culturale» soggetti che si sono distinti per conoscenza e sostegno nelle materie oggetto dell’associazione. Due gli appuntamenti organizzati per celebrare l’iniziativa: una visita a Napoli della stampa, che ha avuto modo così di conoscere le lavorazioni di eccellenza dei maestri artigiani associati, e un evento di gala con i rappresentanti delle istituzioni e operatori del settore.